Il veterinario è il medico che si occupa della salute e del benessere degli animali, è il professionista di riferimento per la loro cura ed eventuali ricoveri o terapie farmacologiche e interventi chirurgici.
Essere un medico veterinario vuol dire aver conseguito la laurea in Medicina Veterinaria e aver superato l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione. Dopo di ciò si diventa professionisti e può scegliersi di lavorare in forma individuale o in forma associata o societaria.
Un medico veterinario, inoltre, può voler scegliere di lavorare come dipendente presso cliniche veterinarie o altre strutture.
Cosa fare per aprire la Partita Iva come veterinario
Il medico veterinario libero professionista per prima cosa deve aprire una Partita Iva adempiendo a determinate richieste di tipo burocratico.
Individuare il codice di attività, che viene definito codice Ateco (2007), che per i veterinari è il 75.00.00.
Successivamente deve registrarsi come impresa individuale, con la compilazione del Modello AA9/12, mentre per i soggetti diversi dalle persone fisiche si compila il Modello AA7/10).
Non può mancare l’iscrizione all’Albo professionale, con il pagamento della quota di iscrizione e l’apertura di una casella postale certificata, PEC, obbligatoria per tutti i professionisti iscritti all’Ordine.
A questo punto vi è da ottemperare all’inquadramento previdenziale.
Per questo è necessaria l’iscrizione all’ENPAV, Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Veterinari, obbligatoria per tutti gli iscritti all’Ordine professionale dei medici e ha una Partita Iva come veterinario.
Sarà necessaria, infine, associare anche l’iscrizione all’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazioni per gli infortuni sul lavoro).
Regime ordinario o forfettario: qual è il più conveniente?
Il regime forfettario presenta i migliori vantaggi, sicuramente per chi comincia la propria attività professionale, ma anche per i professionisti che hanno l’esigenza di effettuare un passaggio dal regime ordinario, considerato che la contabilità fiscale è molto più snella.
Per chi comincia la professione è questo regime che si dovrà scegliere, in particolare se riterrà che i suoi compensi annui siano nel limite dei 65 mila euro, la finanziaria del 2022 in corso di approvazione, ha proposto dal 1° gennaio 2023 l’innalzamento del limite a 85 mila euro per tale regime.
Le spese per compensi dovuti a collaboratori e lavoratori dipendenti, non potranno superare i 20 mila euro.
Tra i vantaggi vi è pure la fatturazione esente da Iva.
Un ulteriore vantaggio è l’applicazione dell’imposta sostitutiva dell’Irpef, Irap e addizionali, con aliquota al 5% per i primi cinque anni di attività e al 15% a partire dal sesto anno.
Vi è da aggiungere che per questo regime è applicato un coefficiente di redditività stabilito per legge e non sono scaricabili i costi sostenuti durante il periodo di imposta.
I contributi del medico veterinario sono quelli stabiliti dall’ENPAV per i propri iscritti e sono:
Contributi minimi (Soggettivo, Integrativo, Maternità)
Sono uguali per tutti, indipendentemente dal reddito professionale e dal fatturato
Contributo Soggettivo percentuale, quando eccede i Contributi minimi
È l’eccedenza, rispetto al Contributo minimo Soggettivo, che è calcolata automaticamente in relazione al reddito professionale, ossia incassi meno spese;
Contributo Integrativo in percentuale, se eccedente i Contributi minimi.
È l’eccedenza, rispetto al Contributo minimo Integrativo, che è calcolata automaticamente sulla base del fatturato.
Valori minimi dei contributi
Contributo Soggettivo minimo: per l’anno 2022 – € 2.681,25 annui
Contributo Integrativo minimo: per l’anno 2022 – € 487,50 annui
Contributo di Solidarietà minimo: per l’anno 2022 – € 227 annui
Contributo di Maternità: per l’anno 2022 – € 62,00
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